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Questo volume rappresenta il capitolo conclusivo dell'attività di traduzione, analisi e interpretazione che un gruppo di studiosi italiani ha dedicato a una recente edizione di Tutte le opere di William Shakespeare (Bompiani-Giunti, 2014-19). Esso ha per oggetto la questione di come un drammaturgo fra i tanti di quel periodo sia divenuto un sommo artista della parola muovendo da una formazione sostanzialmente artigianale. Un dramma shakespeariano è infatti innanzitutto un testo costruito secondo schemi tradizionali, in collaborazione con altri autori e mestieranti esperti di tecniche dello spettacolo, a contatto con un pubblico molto variegato, partecipe ed esigente, in una stagione particolarmente fertile del teatro inglese. Insomma, un manufatto prodotto su commissione, dal quale emerge però, nel caso di Shakespeare, l'opera d'arte modernamente intesa, frutto di un lavoro creativo via via sempre più personale e geniale, senza mai rinunciare, anzi brillantemente coltivando, uno stretto, vitale contatto con le corporazioni artigianali - di attori, autori, impresari ecc. - che popolavano Londra all'inizio del Seicento. Il libro vuole anche essere testimonianza delle diverse, numerose metodologie di ricerca e angolature critiche chiamate in causa da un campo d'indagine pur così limitato, ma che interessa un estesissimo spettro di competenze, dalla storia del teatro alla linguistica, dall'estetica all'antropologia, dalla teologia alla sociologia e alla storia politica, da quella del commercio librario alla critica delle fonti.